L’8 Febbraio del 1888 nacque ad Alessandria d’Egitto il grande poeta Giuseppe Ungaretti.
Nato da genitori originari della provincia di Lucca, rimase senza padre (operaio duramente provato per il pesante lavoro dello scavo del Canale di Suez) a soli due anni e la madre lo mantenne agli studi con la gestione di un forno. Iniziò a fare poesia fin da bambino e fece studi universitari alla Sorbona di Parigi.
Fu anche scrittore, traduttore e giornalista, iniziando presto a collaborare con riviste letterarie, senza sosta, anche durante la prima guerra mondiale.
Fu corrispondente del quotidiano socialista Il Popolo d’Italia. Nel 1925 fu tra i firmatari del Manifesto degli Intellettuali Fascisti e nel 1928 si convertì al Cattolicesimo.
Diventò poi oppositore al Fascismo e fuggì per andare ad insegnare all’Università di San Paolo in Brasile. Ritornò in Italia e divenne Accademico d’Italia “per chiara fama”, ma a fine guerra gli fu tolto l’incarico di professore, reintegrato poi all’università dopo varie richieste ad Alcide De Gasperi, per meriti culturali e mantenendo l’occupazione di professore universitario fino al 1958.
Considerato uno dei pilastri fondamentali della Poetica e Letteratura italiana, la sua poesia più celebre fu “Mattina” scritta con due soli versi: “M’illumino d’immenso”. Morì a Milano nel 1970.
Questa mia opera a carboncino che è stata esposta nella mia mostra personale al “Museo della Grafica” di Pisa nel 2021 è in suo omaggio e memoria.
Bruno Pollacci
Direttore dell’Accademia d’Arte di Pisa