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Ricordo di un grande pittore italiano: Canaletto

Ricordo di un grande pittore italiano: Canaletto

Il 19 Aprile del 1768, a Venezia moriva il grande pittore ed incisore “Canaletto”.

Era nato a Venezia nel 1697 con il nome di Giovanni Antonio Canal e venne avviato alla pittura dal padre, che era pittore di scenografie teatrali (ed in seguito gli fu dato il soprannome “Canaletto” proprio per distinguerlo dal genitore). Anche il fratello maggiore Cristoforo dipingeva fondali teatrali con il padre e Giovanni mosse i suoi primi passi professionali artistici iniziando proprio a collaborare con loro. Durante un viaggio a Roma per dipingere scene di due drammi teatrali di Alessandro Scarlatti, ebbe occasione di vedere le opere di alcuni grandi pittori del “vedutismo” dell’epoca, restandone molto colpito, tanto da decidere, una volta tornato a Venezia, di scegliere quella tematica, perfezionando sempre più la sua tecnica e cercando d’imparare al meglio anche le rigorose regole della prospettiva, fondamentale conoscenza per imboccare la strada artistica del vedutismo.

Appassionato a questa tematica e dotato di grande talento, arrivò presto a farsi notare ed iniziarono le prime committenze. Già negli anni venti del Settecento sue opere entrarono a far parte delle collezioni dei reali del Liechtenstein ed in breve tempo per le sue notevoli abilità divenne tra i pittori più affermati di Venezia, celebrando in molte sue opere lo splendore della “Serenissima”. Molto attento ai particolari naturalistici, fu particolarmente fedele nella rappresentazione delle architetture e il rigore prospettico fu uno dei suoi punti di forza in un contesto di particolare resa atmosferica, con grande attenzione nella scelta di precise condizioni di luce, indagate e rese pittoricamente attraverso criteri di scientifica oggettività. Essendo in quegli anni Venezia frequentata anche da giovani dell’aristocrazia britannica, fu contattato da mercanti d’arte inglesi e poi grazie in particolare al grande e ricco collezionista inglese Joseph Smith, riuscì ad entrare in molte importanti collezioni britanniche.

Grazie a questo straordinario successo, nel 1746, Canaletto decise addirittura di trasferirsi a Londra, dove iniziò a dipingere i tranquilli paesaggi inglesi ed a ricevere importanti commissioni capaci di decretare il suo grande successo anche in quel Paese. Tornò a Venezia intorno al 1757 ed iniziò a trattare il tema del “capriccio”, consistente in opere contenenti soggetti reali in abbinamento a soggetti di fantasia. Nel 1763 fu nominato socio della “Veneta Accademia di Pittura, Scultura e Architettura”. In seguito il collezionista Joseph Smith vendette gran parte della sua collezione al Re Giorgio III, il quale creò la base per la grande collezione di dipinti del Canaletto di proprietà della “Royal Collection”.

Questa mia opera a grafite è in suo omaggio e memoria.
Bruno Pollacci
Direttore dell’Accademia d’Arte di Pisa