Quali sono le facce della notte? Torino Spiritualità, per la sua XV edizione, propone un viaggio notturno per misurare, attraverso lezioni, seminari, esperienze, incontri, l’intensità del buio, le forme dell’ombra, l’impatto della luce che scuote, quella fuori e dentro ognuno di noi. Il festival torna dal 26 al 29 settembre a Torino: è “Ad infinita notte“, quattro giorni di riflessione sul presente, sulla sua oscurità e sul suo straordinario splendore, attraverso l’incrocio di fedi, culture e religioni.
L’assenza di luce è buio, ombra e veglia: queste le tre parole che guidano il pensiero, per scoprire le ragioni delle tenebre in dialogo con quelle della luce, attraverso punti di vista differenti.
Il buio è esplorato come scrigno di miti, narrazioni e sogni: un forziere di fascinazioni e misteri che da sempre seducono il cuore dell’uomo. L’ombra, in bilico tra inquietudini e spaesamento, è da scoprire come metafora per eccellenza di ciò che si sottrae alla conoscenza e alla comprensione, e per questo incute timore. La veglia, notte come momento di verità, è invece indagata come rivelazione e presa di coscienza: cosa fare per arginare il buio e il sonno della ragione?
Tra gli ospiti: il regista Dario Argento, il priore di Bose Luciano Manicardi, il teologo inglese Timothy Radcliffe, lo storico dell’arte romeno Victor I. Stoichita, lo scrittore e presbitero spagnolo Pablo d’Ors, il teologo e poeta portoghese José Tolentino de Mendonça, il critico letterario Carlo Ossola, i filosofi Marco Vannini, Roberto Casati, Josep Maria Esquirol, Silvano Petrosino, Roberto Mancini, l’eremita tedesco Wolfgang Fasser, la monaca zen Elena Seishin Viviani, i teologi Vito Mancuso e Maciej Bielawski, le scrittrici Elena Stancanelli e Daria Bignardi, lo psicanalista Massimo Recalcati, l’attore Ascanio Celestini, il biblista Enzo Bianchi, la storica inglese Tiffany Watt Smith, la poetessa Chandra Livia Candiani, l’astrofisico Amedeo Balbi, il biologo marino Angelo Mojetta, il neurologo Giuseppe Plazzi, l’attivista per i diritti umani Meir Margalit, il linguista Federico Faloppa, lo scrittore Nicola Lagioia, i sociologi Mauro Magatti e Chiara Giaccardi, i giornalisti Domenico Quirico e Alessandro Zaccuri, l’orientalista Aldo Tollini, la monaca induista Svamini Hamsananda Ghiri.
Tra i più di cento eventi in programma, l’inedito dialogo tra il regista dell’horror Dario Argento e il priore di Bose Luciano Manicardi, impegnati a discutere dei terrori della notte, tra fiabe maledette, storie soprannaturali di streghe e demoni, che si intrecciano a riferimenti biblici, sensibilità e spiritualità notturne. Ma il buio è preso in esame anche dal punto di vista della scienza, come nel confronto tra l’astrofisico Amedeo Balbi e il biologo marino Angelo Mojetta, pensato per mettere in relazione l’oscurità siderale del cielo e quella delle profondità marine. E ancora il buio è raccontato da chi lo vive, come l’eremita tedesco non vedente Wolfgang Fasser, che ha saputo usare il proprio limite per orientarsi verso le dimensioni che sfuggono alla nostra vista.
Dopo il buio, l’ombra, protagonista della lezione del filosofo delle scienze cognitive Roberto Casati, direttore del CNRS – Centro nazionale di ricerca scientifica di Parigi, a partire dalle sue ricerche ventennali sulle regole che il sistema visivo usa per costruire oggetti. Lo storico dell’arte Victor I. Stoichita, invece, conduce una lezione sull’uso simbolico dell’ombra negli autoritratti dell’antichità, mentre la storica inglese Tiffany Watt Smith, autrice di Atlante delle emozioni umane (Utet) analizza tormenti e sentimenti ombrosi, i più oscuri tra quelli che ci portiamo dentro.
La veglia è filo conduttore di molti incontri, dalla lezione del teologo domenicano inglese Timothy Radcliffe incentrata su chi abita la notte, al dialogo tra Ascanio Celestini e il filosofo Simone Regazzoni sul bisogno di tenere gli occhi aperti per vedere “gli invisibili”. E per tutti gli insonni, l’incontro con il neurologo Giuseppe Plazzi, Responsabile dei laboratori per lo studio e la cura dei disturbi del sonno del Dipartimento di scienze biomediche e neuromotorie dell’Università di Bologna.
L’immagine guida dell’edizione è un’opera inedita di Alessandro Sanna, classe 1975, considerato uno dei migliori illustratori italiani. Oltre alle opere per il Sole 24 ore e le copertine per l’editore Einaudi, ha pubblicato più di 35 volumi illustrando opere di Grossman, Calvino e Rodari. Vincitore del premio Andersen come miglior illustratore, vive e lavora a Mantova.
Articolo realizzato a cura di Redazione Cultura