Quando “Un’odissea marziana” dello sconosciuto Stanley G. Weinbaum apparve nel numero del luglio 1934 di “Wonder Stories” fu presentato con queste parole: “Questo autore ha scritto una storia di fantascienza tanto nuova e fresca da spiccare nettamente al di sopra di tutti i racconti di questo genere”. Qualche tempo dopo, H.P. Lovecraft scriveva: “Ho notato con piacere che almeno qualcuno è riuscito a sfuggire alla rivoltante banalità in cui è avvolta la maggior parte delle storie interplanetarie pubblicate nei pulp. Qui c’è una persona in grado di pensare a un altro pianeta in termini diversi da monarchi antropomorfi e belle principesse… Egli sa immaginare situazioni, psicologie ed entità totalmente aliene, escogitare eventi coerenti prodotti da motivi del tutto alieni ed evitare i melodrammi di bassa lega in cui sguazzano tutti gli scrittori di avventure pulp. Il suo tocco leggero non diminuisce l’interesse delle storie, mentre una suspense genuina viene assicurata senza i trucchetti da quattro soldi adoperati dalla maggioranza degli autori.”
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“Un’odissea marziana”
di Stanley Grauman Weinbaum (Autore), V. Viviani (Traduttore)
Editore : Delos Books (17 marzo 2011)
Lingua : Italiano
Copertina flessibile : 120 pagine
ISBN-10 : 8865301422
ISBN-13 : 978-8865301425
Peso articolo : 181 g
TRAMA
All’inizio del XXI secolo, circa vent’anni dopo l’invenzione dell’energia atomica e dieci anni dopo il primo allunaggio, l’equipaggio di quattro uomini dell’Ares atterra su Marte nel Mare Cimmerium.
Una settimana dopo l’atterraggio, Dick Jarvis, il chimico statunitense della nave, si avventura verso sud su un razzo ausiliario per fotografare il terreno. Nella zona di Thyle, mentre si trova a 800 miglia di distanza dalla base, viene costretto a un atterraggio di emergenza da un’avaria al suo razzo. Piuttosto che rimanere in attesa del salvataggio, Jarvis decide di incamminarsi verso nord in direzione dell’Ares. Appena dopo aver attraversato il Mare Chronium, Jarvis incontra una creatura marziana tentacoluta che attacca una creatura simile a un grosso uccello. Notando che quest’ultima porta una borsa intorno al collo e perciò pensando che possa essere una creatura itelligente, la salva dalla mostruosità tentacoluta. La creatura salvata si riferisce a sé stessa come Tweel. Tweel accompagna Jarvsi nel suo viaggio verso nord, apprendendo nel frattempo alcune parole di inglese, sebbene Jarvis sia incapace di trarre alcun senso dal linguaggio di Tweel. All’inizio Tweeel si sposta con lunghissimi balzi che terminano con il suo becco sepolto nel suolo, ma vedendo che Jarvis rimanere indietro, lo accompagna camminando al suo fianco.
A Xanthus Jarvis e Tweel incontrano una fila di piccole piramidi vecchie di decine di migliaia di anni, fabbricate con mattoni silicei e aperte in cima. Seguendo la linea le piramidi diventano lentamente più grosse e più recenti. Quando i viaggiatori giungono alla fine della fila le piramidi sono alte tre metri e trovano l’ultima non ancora apera. Mentre guardano una creatura coperta di squame grigie, con un braccio, una bocca e una coda appuntita si spinge fuori dalla cima della piramidi, si trascina per alcuni metri sul suolo, quindi si fissa a terra piantando profondamente la coda. Comincia a escretere mattoni dalla bocca a intervalli di dieci minuti e li usa per cosruirsi una nuova piramide intorno a sè. Jarvis realizza che la creatura è basata sul silicio, piuttosto che sul carbonio, né animale, né vegetale, né minerale, ma un poco di tutti e tre. La strana combinazione di creatura produce il solido materiale siliceo e si costruice un riparo intorno e dorme per un tempo imprecisato.
Mentre i due si avvicinano a un canale marziano che taglia attraverso Xanthus, Jarvis sente nostaglia per New York e si mette a pensare a Fancy Long, una donna che conosce dal cast del programma televisivo Yerba Mate Hour. Quando vede Long nei pressi del canale le si avvicina, ma viene fermato da Tweel. Questi estrae una pistola che spara aghi di vetro avvelenato e spara a Long, che scompare, rimpiazzata da una creatura simile a quella tentacoluta da cui Jarvis aveva salvato Tweel nel loro primo incontro. Jarvis realizza che le creature tentacolate, che battezza bestie-sogno, attirano la loro prede proiettando illusioni nelle loro menti.
Mentre Jarvis e Tweel si avvicinano ad una città in riva al canale, vengono superati da una creatura simile a un barile con quattro gambe, quattro braccia e un circolo di occhi intorno alla sua cintura. La creatura sta spingendo un carretto di rame vuoto e non presta alcuna attenzione a Jarvis e Tweel mentre li sorpassa. Ne passa un’altra e quindi una terza. Jarvis si mette davanti alla terza che si arresta. Jarvis dice “Siamo amici” e la creatura ripete la frase, emettendola da un diaframma in cima al suo corpo, “Siamo ami-i-i-c-i-i-i” e quindi riparte. La creatura successiva che passa ripete la frase e così anche quella dopo.
Infine le creature cominciano a tornare dalla città con i loro carri carichi di pietre e pezzi di piante gommose. Jarvis si piazza di fronte a una e rifiuta di muoversi. Infine la creatura gli strizza il naso a sufficienza da farlo saltare di lato e gridare “Ouch”. Dopo di che ogni creatura che passa dice “”Siamo ami-i-i-c-i-i-i! Ouch!”.
Jarvis e Tweel seguono le creature fino alla loro destinazione, un monticello con un tunnnel che conduce al di sotto. Jarvis si perde rapidamente nel labirinto di tunnel e solo dopo alcune oree o giorni lui e Tweel si ritrovano in una capera coperta vicina alla superficie. Qui scoprono che le creature depositano i loro carichi sotto una ruota che sminuzza le pietre e le piante in polvere. Alcune delle creature si spingono anch’esse sotto alla ruota e vengono polverizzate. Oltre alla ruota su un piedistallo c’è un cristallo scintillante. Quando Jarvis si avvicina sente un formicolio sulle mani e sulla faccia e una verruca sul suo pollice si secca e cade. Jarvis ipotizza che il cristallo emetta una qualche forma di radiazione che distrugge il tessuto malato, ma non danneggia quello sano.
Le creature improvvisamente attaccano Jarvis e Tweel che si ritirano lungo un corridoio, che fortunatamente conduce all’esterno. Le creature mettono con le spalle al muro Jarvis e Tweel, ma quest’ultimo piuttosto che balzare in salvo rimane al fianco di Jarvis affrontando una morte sicura. Le creature stanno per finirli, quando un razzo ausiliario dell’Ares atterra le distrugge. jarvis si imbarca sul razzo, mentre Tweel si allontana saltando. Il razzo ritorno con Jarvis all’Ares e questi racconta la sua storia agli altri tre membri dell’equipaggio. Jarvis è commosso dal ricordo dell’amicizia e del legame con Twee e quando il capitano esprime il suo rimpianto che non hanno il cristallo curativo, Jarvis distrattamente ammette che le creature li stavano attaccando perché l’aveva preso, lo estrae e lo mostra agli altri.
(da Wikipedia)