La futurologia ha come oggetto di interesse e obiettivo una sistematica esplorazione dei futuri possibili, probabili e preferibili e delle visioni del mondo che stanno alla loro base. Il termine futurologo talvolta descrive anche consulenti di management che aiutano aziende e altre organizzazioni a comprendere una serie di andamenti e tendenze globali, a operare la gestione del rischio e a conoscere potenziali opportunità di mercato.
Predizioni paradossali
Alcune predizioni, se credute, si avverano da sé, desiderabilmente o no. Altre precludono la propria realizzazione, desiderabilmente o no. Altre ancora sono formulate in modo tautologico, o più precisamente “truistico“, ossia modi autoreferenziali per cui possono apparire sempre “vere” (anche se non valide), come illustra il filosofo Karl Popper sulla falsificabilità nel metodo scientifico.
Pensare il futuro
Un elemento importante del pensare al futuro è la gestione dell’incertezza e del rischio. Alcuni andamenti sono chiari, ad esempio: la forte diminuzione dei costi per le telecomunicazioni o l’invecchiamento della popolazione in molti Paesi dell’Europa occidentale. Per alcuni di essi il problema è piuttosto concentrato nel tempo in cui essi si manifestano piuttosto che nella natura stessa degli eventi. Molti altri fenomeni sono davvero difficili da predire, inclusa una serie significativa di problemi cosiddetti Wild Card, o a bassa probabilità, ma ad alto impatto ed importanza, cosa, quest’ultima, soggetta a variazioni spesso impreviste a loro volta.
La previsione del futuro nelle passate società
L’uomo si è sempre proteso verso il futuro per prevedere gli eventi che potessero determinare la sua sorte, nel bene e nel male, per prepararsi ad affrontarli. La comprensione del futuro è stata affidata per millenni all’indovino, l’uomo che stabilisce con il futuro un rapporto magico. L’asserzione non è che la traduzione della constatazione dell’importanza che hanno rivestito, in tutte le società, sibille, aùguri, indovini, pizie. Ci propone l’esempio più significativo dell’importanza della lettura del futuro nelle società umane la vicenda biblica di Giuseppe, che interpretando il sogno del Faraone delle sette vacche grasse e delle sette magre consente al paese più popoloso dell’epoca di sopravvivere ad una carestia che sarebbe stata catastrofica.
Malthus, il primo nuovo futurologo
Dopo Francesco Bacone (Novum Organum), è all’alba dell’Ottocento che la nascita delle nuove scienze dell’uomo induce l’idea della possibilità di previsioni fondate sul metodo scientifico, o almeno sulla conoscenza scientifica.
Il primo futurologo nel senso nuovo può essere considerato Thomas Robert Malthus, che nell’ultimo decennio del Settecento proclama che la popolazione umana può raddoppiare ogni 25 anni, ma le tecniche agricole non possono raddoppiare la produzione di cibo nello stesso tempo, desumendone che se l’umanità non avesse ridotto il tasso di crescita sarebbe stata travolta dalla fame. Il primo studioso a proclamare la possibilità di prevedere “scientificamente” le vicende economiche e politiche è un discepolo del filosofo Comte, Émile Littré, che negli anni successivi al 1860 prevede che la pace europea si protrarrà per alcuni decenni, una previsione che tutti i francesi gli imputeranno come colpa dopo il blitz tedesco verso Parigi del 1870. Sul fronte ideologico opposto può essere considerato futurologo anche Karl Marx, che prevede, sulla base di argomentazioni che reputa rigorosamente scientifiche, il crollo sicuro, e non remoto, del capitalismo. Anche negli anni 90 del Novecento apparve un libro con il titolo La fine della Storia, di Francis Fukuyama.
La futurologia moderna
La futurologia mira a divenire scienza moderna nel 1973, quando il Club di Roma, un sodalizio di magnati industriali, composto da docenti famosi e uomini politici, presieduto dall’italiano Aurelio Peccei, commissiona al Massachusetts Institute of Technology di Boston uno studio sui tempi e sulle conseguenze dell’esaurimento delle materie prime fondamentali, che gli scienziati cominciano a proclamare un patrimonio finito. Applicando la nuova Teoria dei Sistemi, di cui è possibile la gestione mediante i calcolatori, allora non di largo uso, l’Istituto di Boston realizza una serie di previsioni che Dennis Meadows e Donella Meadows illustrano al pubblico del pianeta. I due scienziati prevedono che se il consumo delle materie prime fondamentali continuerà a dilatarsi a un ritmo esponenziale l’umanità si troverà ad affrontare gravi situazioni di penuria dopo il Duemila.
L’odierna lettura del volume si rivela di estrema attualità: le riserve di energia e di materie prime essenziali continuano a contrarsi. Se le previsioni del 1973, finora, non si sono avverate in stretti termini di tempo, l’allarme per la possibile carenza di risorse essenziali non è per questo esorcizzata. Le carenze di energia e di metalli si unirebbero, peraltro, in futuro, alle conseguenze dei mutamenti del clima, forse l’ambito in cui sono oggi più diffusi i tentativi di prevedere il futuro. Una Terra in cui le calotte polari fondessero, e il livello dei mari salisse di cinque metri, non costituisce, infatti, prospettiva rassicurante. È comprensibile che i climatologi tentino di prevedere l’evento in anticipo.
Un terreno in cui dalla prospezione del futuro si dovrebbero ricavare le indicazioni più significative per le scelte politiche è quello agricolo e alimentare. Uno degli agronomi più celebri al mondo, l’americano Lester Brown, ripetendo – aggiornato – il monito di Malthus, dichiara che il progresso agricolo straordinario degli ultimi cinque decenni ha usato tutti gli strumenti di una scienza alla quale sarebbero rimaste, per il futuro, armi assai meno efficaci, e che il persistente malgoverno delle risorse di acqua e terreni renderà impossibile all’umanità, entro pochi decenni, di soddisfare i bisogni alimentari con la facilità con cui li ha soddisfatti negli ultimi lustri.
La fantascienza apocalittica
La divulgazione delle idee della nuova scienza della futurologia è avvenuta per merito di scrittori che hanno voluto unire il rigore metodologico delle previsioni matematiche con l’approccio più divulgativo del romanzo.
La prima opera che in Italia ha incontrato l’interesse del pubblico è stato Il medioevo prossimo venturo di Roberto Vacca.
Le analisi di Brown hanno costituito una delle fonti di ispirazione del romanzo di Antonio Saltini[2] che ha immaginato che la competizione per controllare le ultime grandi riserve di cibo, le maggiori pianure agricole del pianeta, scatenerebbe, nel 2057, l’ultima deflagrazione termonucleare in un contesto di società multietnica.
Qui, per “fantascienza”, si intende quella in senso strettissimo, in cui la scienza prevale sempre sulla fantasia dell’autore, un’accezione quasi perduta di “fantascienza”.
Bibliografia
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Futurologia del mondo agricolo
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Approfondimenti
- Georges Minois, Storia dell’avvenire – Dai profeti alla futurologia (Histoire de l’avenir. Des prophètes à la prospective, 1996), Storia e civiltà 67, Bari, Dedalo, 2007, ISBN 978-88-220-0567-0.
Futurologia. (21 aprile 2020). Wikipedia, L’enciclopedia libera. Tratto il 17 giugno 2020, 09:51 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Futurologia&oldid=112345492.