Pur non essendoci chiare certezze, da alcuni documenti storici si fa risalire al 22 Giugno del 776 a.C. la data dei primi “Giochi Olimpici” ad Olimpia, in Grecia.
Si fa riferimento ad un unica gara di corsa definita “stadion” che si svolse in un edificio chiamato anch’esso “Stadion”, su un rettilineo di sabbia lungo 198, 28 metri.
Nelle successive edizioni vennero aggiunte altre discipline sportive, tra le quali il pugilato, il pentatlon e la corsa dei cavalli ed i Giochi si svolgevano in onore a “Zeus”.
Ai vincitori venivano riconosciute in premio delle statue e delle corone d’alloro e dei poeti scrivevano poemi ispirati alle loro gesta.
La partecipazione alle gare era riservata solo a cittadini greci, maschi e liberi.
Una particolarità: l’unica disciplina che coinvolge un animale è sempre stata l’ippica e nelle Olimpiadi moderne questa disciplina fece il suo ingresso ufficiale a Parigi, nel 1900, con alcune gare legate ai salti.
Ed a questo proposito, un’altra particolarità: le donne fecero comparsa in questa disciplina solo nel 1952, alle Olimpiadi di Helsinki, in Finlandia (nella gara di “dressage”) mentre per le gare di salto fecero il loro ingresso alle Olimpiadi del 1956, a Melbourne, in Australia, per poi partecipare a tutte le gare del concorso ippico dal 1964, all’Olimpiade di Tokio, in Giappone.
Con questa opera a sanguigna e seppia acquerellate che nel 2019 fece parte della mia mostra personale “Piume, peli & amore” allestita al “Centro Culturale Antonio Amato” di Livorno, ho inteso omaggiare il rapporto d’intesa, di coordinazione e di armonia tra uomo ed animale in relazione allo Sport.
Bruno Pollacci
Direttore dell’Accademia d’Arte di Pisa