Quante sono 39.221 lastre fotografiche? Quanto spazio occupano? Come si fa ad estrarle, una ad una, dalle buste di velina gialla, riposte in duemila scatole di cartone?
Ma, soprattutto, quanto tempo occorrerà per capire, per davvero, cosa c’è dentro?
La Città di Cuneo riscopre dopo novant’anni una miniera di memoria, l’archivio del fotografo Adriano Scoffone e lo celebra con la grande mostra “Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo-Colle della Maddalena”.
La mostra, un’esperienza immersiva tra fotografia, automobili leggendarie, grandi scenografie e un poema musicale composto per l’occasione, è un progetto di Giosuè Boetto Cohen.
L’esposizione, realizzata dalla Città di Cuneo e dal MAUTO – Museo nazionale dell’Automobile di Torino, è visitabile fino al 29 settembre e arriverà a Torino al MAUTO nel 2021.
La “riscoperta” dell’archivio del fotografo Adriano Scoffone presenta i fotogrammi chiave dell’edizione 1930 della Cuneo-Colle della Maddalena e dei suoi celebri protagonisti (insieme ad alcune immagini del triennio 1925-1927).
Ottanta foto che pure non rappresentano che un modesto campione del tesoro nascosto, che copre i temi, le pagine, i ritratti più diversi della Provincia Granda.
In realtà il fondo di Adriano Scoffone non è affatto sconosciuto.
Almeno non ai cuneesi, che iniziarono a catalogarlo nel 1980 e ristamparono duecento scatti per allestire tre piccole mostre.
Negli anni successivi, la raccolta ha alimentato alcune pubblicazioni ed eventi locali ma, di fatto, la mostra “Quei temerari delle strade bianche” è la prima occasione di ampio respiro pubblico e di collaborazione con uno dei più importanti musei motoristici del mondo.
Con l’esposizione prende avvio la digitalizzazione del Fondo Adriano Scoffone e la sua custodia in una banca di immagini online, aperta al pubblico, alla scuola e ai ricercatori.
Un primo passo di un grande progetto di valorizzazione storica, realizzata con il supporto tecnico del Museo nazionale dell’Automobile.
Il percorso espositivo di “Quei temerari delle strade bianche Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo – Colle della Maddalena” va aldilà dei documenti fotografici messi in cornice.
È costituito da complesse scenografie, a cui ha contribuito anche Angelo Sala, per molti anni direttore dell’allestimento scenico del Teatro alla Scala di Milano.
Insieme alle musiche originali e alle stampe giganti, esse abbracciano tre automobili straordinarie.
Una è proprio l’Alfa Romeo 1500 MMS con cui, nel 1930, il pilota Emilio Gola tentò la scalata alla Maddalena e che dopo novant’anni torna a Cuneo al volante dell’attuale proprietario, Federico Göttsche Bebert.
Le altre non sono da meno: un’Alfa Romeo P2 identica a quella con cui vinse Nuvolari e una preziosa Bugatti 35, uguale a quella con cui Avattaneo si ribaltò durante la gara.
Entrambe appartengono alla collezione del MAUTO.
Tra le navate di San Francesco, le automobili dialogano con i negativi di Adriano Scoffone, le fotografie che raccontano la sfida per il Colle della Maddalena e il costume del primo Novecento.
La gara è, per difficoltà e lunghezza, una delle più ardite.
Lo si capisce dalle fughe nei rettilinei e dalle sbandate nel polverone prima dei tornanti.
Il “circo” della competizione è poca cosa se paragonato al gigantismo di oggi, ma l’emozione è anche superiore, perché nel 1930, in Italia – è bene ricordarlo – circola un’automobile ogni duecento abitanti.
Fissano l’obbiettivo (qualcuno con aria truce), i semidei del volante: il tedesco Stuck che sembra Lawrence d’Arabia, gli italiani Varzi, Marinoni e Maserati, sotto gli occhi di un impettito Campari.
Ma anche la tripletta della scuderia Fiat in un angolo di piazza Vittorio (oggi piazza Galimberti) fa la sua figura.
O la squadra (piccola, ma sceltissima) dei meccanici e collaudatori.
Nuvolari, il vincitore del 1930, è più nero e legnoso che mai (causa anche dell’emulsione) e in uno degli scatti, praticamente inedito, è fermo davanti a un portone del Piemonte rurale.
Intorno al palco c’è un tramestio di autorità, la Principessa di Savoia, il podestà con la tuba, una pletora di notabili e donne elegantissime.
Ma le facce più interessanti, alcune da cinema, sono nel pubblico sorridente, tra i portici, la piazza e i picnic.
Adriano Scoffone corre, non si sa come, al lago della Maddalena.
E ancora più su.
I visitatori della mostra potranno immaginarlo dall’alto del nostro tempo, interconnesso e viziato da Photoshop, mentre per strada riesce a catturare ancora una Bugatti ribaltata, e poi controsterzi, gli allunghi e i voli d’uccello, manco avesse il drone.
La musica è un altro elemento fondamentale del percorso di “Quei temerari delle strade bianche”; il “tappeto musicale”, di Marco Robino e degli Architorti, è diventato una suite tutta da ascoltare, una complessa partitura di 11 minuti.
Marco Robino ha lavorato molto con il regista Peter Greenaway, per il quale ha composto nel cinema, sul Cenacolo Vinciano e alla Venaria Reale.
Ma ha composto in più occasioni anche con gli autori di questa mostra, a Villa Giulia a Roma, a Palazzo Pepoli a Bologna, al Museo Accorsi-Ometto di Torino e alla Castiglia di Saluzzo, per l’installazione “La scelta di Giulio”.
Per la mostra di Adriano Scoffone, Robino ha creato un poema inebriante, che narra di motori, velocità, polvere e grandi paesaggi.
Anche in omaggio al luogo, la ex chiesa di San Francesco, sarà eseguito con organo e orchestra.
Quei temerari delle strade bianche-Nuvolari, Varzi, Campari e altri eroi alla Cuneo-Colle della Maddalena
25 giugno – 29 settembre 2020
Spazio Museale di San Francesco
Cuneo
un progetto di Giosuè Boetto Cohen
sulle immagini del fondo Adriano Scoffone – Museo Civico di Cuneo
musiche originali di Marco Robino – Architorti
consulenza alla scenografia Angelo Sala
ricerche storiche Gianni Cancellieri e Alessandro Silva
allestimento a cura di Alessandro Zillio
Orari mostra: Martedì – Domenica, 15:30 – 18:30
Su prenotazione e in altri orari: 0171 634175; museo@comune.cuneo.it