Il calcio, come la musica, come le arti in genere, è uno specchio, e non dei più marginali, della società, dei suoi cambiamenti, delle sue trasformazioni, della sua evoluzione o involuzione.
Massimo Fini e Giancarlo Padovan lo affrontano da questo particolare punto di vista.
C’è un’enorme differenza fra come si intendeva il calcio, sia in senso tecnico che, soprattutto, sociale, nei più semplici e naïf anni Sessanta e come lo si vive oggi che sul campo hanno fatto irruzione l’economia e la tecnologia (televisione, moviola, Var), le divinità dominanti della nostra società a cui tutto, a cominciare dall’uomo, viene dato in sacrificio.
In “Storia reazionaria del calcio” Fini prosegue quindi, coadiuvato in questo caso da Giancarlo Padovan, giornalista sportivo, il suo filone antimodernista ed è perciò un completamento della “Modernità di un antimoderno” pubblicato da Marsilio nel 2016.
Naturalmente questo discorso sostanzialmente filosofico passa qui, vista la materia che i due autori si sono scelti, anche per il racconto di partite, di gol, di azioni spettacolari, di giocatori, di uomini, di emozioni e di sentimenti, vissuti sul campo e fuori dal campo.
Il libro dovrebbe appagare quindi anche le curiosità e le rivalità, che del calcio sono l’anima, dei tifosi oltre che di coloro che lo guardano da più lontano.
Si tratta insomma di un libro per tutti e non solo per addetti ai lavori.
Acquista su Amazon:
“Storia reazionaria del calcio. I cambiamenti della società vissuti attraverso il mondo del pallone”
di Massimo Fini (Autore), Giancarlo Padovan (Autore)
Postfazione di Antonio Padellaro.
Copertina flessibile: 264 pagine
Editore: Marsilio (2 maggio 2019)
Collana: Cartabianca
Lingua: Italiano
ISBN-10: 8829700940
ISBN-13: 978-8829700943
Peso di spedizione: 240 g
Articolo realizzato a cura di Redazione Cultura